ilDettaglio, l’Italia e i suoi Archivi del Disonore

ilDettaglio, l’Italia e i suoi Archivi del Disonore

Ecco, io me lo immagino sulla spiaggia, ad ascoltare anche lui il canto di quella balena perduta. […] è un Uomo che Cerca. E non importa se è morto prima di trovare. Gli uomini che cercano, finché continuiamo a farci le loro domande, non muoiono mai.

(Carlo Lucarelli, Navi a Perdere, Edizioni Ambiente, 2008, p.102)

ilDettaglio riapre. Nuove la veste grafica e la linea editoriale, che dalla cybersorveglianza del 2015 – e la pausa del 2016 – riparte in questo 2017 dalla storia e dall’attualità dell’Italia. Vecchie le abitudini della ricerca, dell’approfondimento e della contestualizzazione.

Vecchia l’opposizione alle pseudo-notizie che durano a mala pena il tempo di un tweet, nuova la necessità di cercare i tanti nervi scoperti del nostro Paese, alla ricerca di quelle storie che dal 1945 ad oggi permettono di raccontare l’anima nera della Repubblica Italiana.
Un’anima fatta di ombre, di domande che da decenni cercano risposta, che intreccia la cronaca di oggi con la Storia di ieri. Nomi, dettagli, omissis che rappresentano gli ipotetici cassetti di quegli Archivi del Disonore nei quali è nascosta la memoria sporca dell’Italia post-fascista: l’epoca delle stragi e dei servizi politicamente “deviati”, dei compromessi tra Italia legale e illegale, della geopolitica delle armi italiane o del petrolio.

Storie che non arrivano all’opinione pubblica perché raccontano interessi politico-economici – come il rapporto tra Potere ed editoria – o toccano i nervi scoperti della società, smontano verità ufficiali o fanno luce su fatti che è meglio nascondere dietro la “Ragion di Stato” o dietro la lente della propaganda partitica.
Sono le storie di chi, pur sapendo, ha taciuto. Ma sono anche le storie di chi pur potendo fare un passo indietro ha deciso di raccogliere le prove, mettendo in fila i «pezzi disorganizzati e frammentari» della realtà dei fatti. Sono le storie in cui chi indaga viene messo a tacere attraverso l’insabbiamento, la delegittimazione e l’omicidio.

Dettagli e contesto. È con queste due lenti d’ingrandimento che vengono scelte e raccontate le storie de ilDettaglio. Perché nell’epoca in cui si può fruire di una notizia ovunque, in qualunque momento e su qualunque supporto – e nonostante questo ci si ferma spesso al solo titolo da condividere – c’è bisogno di un ritorno al ragionamento. “What Isis Really Wants”, articolo più letto del 2015 “nonostante” un testo di 10.500 parole, dimostra l’importanza di una informazione rallentata e approfondita, slow per dirla con Peter Laufer e il suo movimento che rimette al centro il tempo che investiamo come lettori, il valore che diamo al consumo delle notizie.

ilDettaglio sarà dunque un “blog che cerca, tra domande inevase e Misteri di Stato, tra gli omissis di oggi e le storie polverose di ieri. Perché niente nasce da un giorno all’altro e tutto è frutto di un processo maturato nel tempo, soprattutto in un Paese in cui – come scrive l’ex senatore Giovanni Pellegrino in “Segreto di Stato” (Sperling&Kupfer, p.260) – «sia la destra, sia il centro di Forza Italia, sia della sinistra postcomunista avevano in definitiva alle spalle una storia indicibile con cui non volevano o non potevano ancora fare fino in fondo i conti». E infine perché, come scrive Carlo Lucarelli «gli uomini che cercano, finché continuiamo a farci le loro domande, non muoiono mai».

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